Ecco la terza puntata dei brevi contributi riguardanti i ritrovamenti archeologici avvenuti nell’area del Baldo-Garda.
Ricordo a tutti che questi post non hanno pretese interpretative del paesaggio storico (anche se la parte interpretativa è già stata ipotizzata sia da me che da altri e più blasonati autori) ma vogliono essere una sorta di elenco delle potenzialità archeologiche della zona in una prospettiva di conoscenza, tutela e valorizzazione. Tutto qua.
3 – RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI TRA COSTERMANO E CASTION
[…] Spostandoci verso il lago di Garda, in prossimità dell’attuale comune di Costermano, si entra in una zona che potremmo definire di diaframma fra l’entroterra e la fascia perilacustre dove sono stati individuati diversi siti di carattere per lo più difensivo-militare. E’ questo il caso dell’abitato di Costermano che porta con se anche la derivazione toponomastica di “Costa armata” (Sala-Salandini 2005), attestata però solo dal 1293, allorquando un gruppo di concessionari di terre monastiche facenti capo a Santa Giulia di Brescia si sposta dalla corte del castello di riferimento (da individuarsi nel “castrum novum abatisse”) verso il nuovo sito (Varanini 1983). Sporadici rinvenimenti portano a pensare che la zona fosse stata frequentata anche in età classica. Infatti, tra il 1887 e il 1888 , durante i lavori di costruzione della ferrovia Caprino-Garda, furono rinvenute diverse sepolture con corredo. Pochi anni più tardi fu rinvenuto un sarcofago datato tra il II e il III secolo d.C., oggi conservato presso il museo di Cavaion V.se. Negli anni ’60 fu individuata casualmente un’urna cineraria oramai andata dispersa e di cui non ci sono giunte ulteriori informazioni.
Restando nell’ambito cronologico del pieno medioevo (XI-XII secolo), in località Campagnola del comune di Costermano, nel corso di ricognizioni fu osservata una concentrazione di materiali emersi in seguito ad arature profonde, interpretata come indicatore della presenza di una struttura in materiale deperibile, di un presidio rurale di gestione di fondi agricoli (Saggioro 2006).
A circa 2 chilometri in direzione nord-ovest, su di una altura a breve distanza dall’abitato omonimo, sorge Castion. Il relativo sito archeologico venne individuato tramite fotografia aerea nel 1998 e successivamente indagato tramite campagne di prospezione e di verifica a terra del dato con l’esecuzione di alcuni sondaggi stratigrafici da parte dell’università di Padova (Malaguti et alii 2001).
L’altura, dove insistevano gli edifici indagati, è ora in parte occupata da abitazioni moderne. Lungo il versante meridionale furono individuati due terrazzamenti di cui certamente uno, il più prossimo alla sommità, fu interpretato come possibile cinta difensiva. Collegata ad essa vi era almeno una torre, riutilizzata in epoca moderna come deposito di attrezzi.
Individuata sul lato orientale, la torre è stata oggetto di indagini stratigrafie che hanno consentito di individuare una sequenza distinta in quattro fasi: 1) fase d’età moderna legata a deposizioni recenti; 2) abbandono e progressivo accrescimento del terreno successivo all’abbandono dell’edificio; 3) resti di una fase di frequentazione antropica contemporanea all’utilizzo della torre; 4) fasi di cantiere della costruzione in muratura della torre stessa. Secondo gli studi svolti sui materiali, la datazione della complesso difensivo potrebbe collocarsi tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo. Indicatori principali sarebbero una linguetta di cintura (VII sec. d.C.) e pochi frammenti di pietra ollare. Anche i frammenti di ceramica ad impasto refrattario, individuati nel corso dell’indagine, troverebbero confronti con materiali di VI/VII sec. d.C. (Mancassola-Saggioro 2004).
In questo contesto territoriale l’ultima attestazione nota è da riferirsi al rinvenimento, in località Marciaga, di due tombe di età romana emerse durante i lavori per l’impianto dell’acquedotto a nord della chiesa parrocchiale. Esse risultarono già manomesse al momento del sopralluogo da parte delle autorità preposte e la notizia del rinvenimento ci è giunta solamente da una fonte orale che ha segnalato la presenza di lucerne fittili e due monete.
Di incerta interpretazione e datazione risulta il sito che sorge sulla sommità della contrada di Marciaga. Questo fu oggetto di analisi ricognitive e di interpretazione stereoscopica di fotografie aeree dove si individuò un’evidenza morfologica rappresentata da una sommità spianata e da diverso materiale sparso. Nello stesso contesto si rinvennero dei blocchi regolari di pietra. Questi pochi elementi non hanno permesso un’interpretazione specifica del sito né sotto il profilo tipologico, né cronologico. Dalle fonti storiche si evince l’attestazione del toponimo in una breve investitura datata al 1194 (Piazza 1994) e nell’inventario dei possedimenti del priorato di San Colombano di Bardolino (Crosatti 1902).